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Salento e gastronomia
Il cibo salentino rappresenta un chiaro esempio di dieta mediterranea, tanto celebrata e consigliata da tutti i nutrizionisti. La tradizione gastronomica del Salento affonda le sue radici nella civiltà contadina che, pur utilizzando ingredienti poveri, ha sempre regalato grandi specialità e prelibatezze.
Con farine poco raffinate e orzo si produce la pasta fresca fatta in casa, tra cui le famose orecchiette e i minchiareddhri, solitamente conditi con sugo di pomodoro fresco e ricotta forte; le sagne ‘ncannulate e le trie che, condite con i ceci danno vita alla celebre Ciciri e Tria.
Dal pane, invece, derivano i taralli e la frisa, regina indiscussa della cucina Salentina, una piccola pagnottella tagliata nel mezzo a metà cottura e poi biscottata.
Ma non sono solo i farinacei a farla da padroni. Anche le verdure selvatiche, la rucola e le cicorie sono dei pasti tipici, soprattutto se cotte con purè di fave.
Tra i prodotti di carne, invece, sono molto apprezzati gli gnommareddhri (chiamati anche turcinieddhri o mboti) a base di interiora di agnello e le polpette, massima espressione della cucina povera, realizzate impastando carne trita a pane e formaggio.
Ma nessuna pietanza sarebbe così buona senza l’impiego dell’ingrediente principale della gastronomia salentina: l’olio d’oliva.
Il suo utilizzo è consigliato su antipasti, verdure, legumi, zuppe o semplicemente per condire frise e bruschette.
“Onestamente, anche se ne avevo sentito parlare tanto e bene dai miei amici, non credevo che una vacanza quasi improvvisata (come la mia) si potesse trasformare in un sogno. Il cibo…il cibo salentino ha fatto la differenza!”.